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I chatbot scriveranno trattati scientifici?
DukeRem29 gennaio 2023
Springer Nature, il più grande editore accademico al mondo, ha annunciato che gli strumenti di scrittura AI come ChatGPT non verranno accreditati come autori negli articoli scientifici pubblicati nei suoi migliaia di giornali. Tuttavia, l’azienda ha dichiarato di non avere problemi con i ricercatori che utilizzano l’AI per aiutare a scrivere o generare idee per la ricerca, a patto che gli autori divulghino correttamente la partecipazione dell’AI.
Questo annuncio arriva dopo che un piccolo numero di articoli, preprint e articoli scientifici hanno nominato ChatGPT e i modelli di lingua larga precedenti (LLMs) come autori. La natura e il grado di contributo di questi strumenti variano da caso a caso, con alcuni articoli che etichettano chiaramente il testo generato dall’AI e altri che solo ne riconoscono "la contribuzione alla scrittura di diverse sezioni di questo manoscritto".
La comunità scientifica ha criticato largamente la decisione di accreditare l’AI come autore, con molti che sostengono che il software non può svolgere i compiti richiesti, come essere responsabile per una pubblicazione o rivendicare i diritti di proprietà intellettuale per il suo lavoro. Inoltre, l’output dei software di scrittura AI è stato noto per amplificare i pregiudizi sociali e produrre "stronzate plausibili".
La Editor-in-Chief di Springer Nature, Magdalena Skipper, dice che la politica dell’azienda è chiara su questo argomento, affermando che "non vietiamo il loro utilizzo come strumento nella scrittura di un articolo". Tuttavia, sottolinea l’importanza della trasparenza nella composizione di un articolo e nell’utilizzo del software. Sottolinea che gli strumenti AI possono avere una vasta gamma di applicazioni nella ricerca scientifica, come l’iterazione del disegno sperimentale o l’aiuto ai ricercatori per i quali l’inglese non è la loro lingua madre.
Skipper afferma inoltre che i divieti assoluti all’utilizzo dell’AI nell’attività scientifica sarebbero inefficaci. Invece, ritiene che la comunità scientifica dovrebbe unirsi per stabilire nuove norme per la divulgazione e le linee guida per l’utilizzo dell’AI nella ricerca.
