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OpenAI accende i motori di silicio: con Broadcom costruisce il cuore della sua intelligenza
In un’alleanza da dieci gigawatt, la creatrice di ChatGPT progetta chip su misura per liberarsi dalla dipendenza dai colossi dei semiconduttori, affidando a Broadcom la costruzione e le reti di una nuova generazione di cervelli artificiali
Editorial Team14 ottobre 2025

 


OpenAI si allea con Broadcom per progettare i suoi primi chip AI interni, puntando a impianti da 10 gigawatt attivi tra il 2026 e il 2029. Broadcom fornirà anche le reti dati per i rack. Le azioni Broadcom volano del 10 %.

Punti chiave:

  • L’accordo prevede 10 GW di acceleratori AI custom co-sviluppati da OpenAI e Broadcom
  • Il dispiegamento iniziale è previsto nella seconda metà del 2026
  • Broadcom fornirà anche l’infrastruttura di rete per i rack AI
  • Le azioni Broadcom registrano un’impennata di circa il 10 %

OpenAI ha scelto Broadcom come partner per dar vita al suo primo processore AI su misura, in un’operazione che mescola ambizione e pragmatismo tecnologico: sarà OpenAI a ideare i chip, mentre Broadcom li costruirà e li integrerà nei sistemi che li ospiteranno. L’intesa copre lo sviluppo e la fornitura di 10 gigawatt di acceleratori AI, una scala energetica che evoca la potenza richiesta da milioni di abitazioni statunitensi. Secondo le aziende, i rack contenenti questi chip saranno dotati delle soluzioni di networking fornire da Broadcom, così da rendere il sistema autonomo anche sul fronte della connettività. Il lancio operativo è previsto nella seconda metà del 2026, con l’obiettivo di completare l’installazione entro il 2029.

Non si tratta di un gesto simbolico: OpenAI ha già stretto accordi con Nvidia e AMD per forniture di chip (10 GW con Nvidia, 6 GW con AMD), ma con Broadcom entra nel novero di chi non vuole più dipendere da terzi per ogni nodo della sua infrastruttura. Alcuni analisti restano però cauti: progettare e scalare chip internamente è un’impresa ardua, specie se l’obiettivo è competere sullo stesso terreno dei colossi che già dominano il mercato degli acceleratori AI.

La notizia ha avuto effetti immediati sui listini: le azioni Broadcom hanno guadagnato circa il 10 %, riflettendo la fiducia del mercato in questa nuova direzione strategica. Il comunicato ufficiale di OpenAI descrive la collaborazione come un passo importante per “incorporare nell’hardware le conoscenze maturate sviluppando modelli d’avanguardia”. 

Nel podcast aziendale, il presidente Greg Brockman ha aggiunto un dettaglio intrigante: OpenAI avrebbe impiegato i suoi modelli per ottimizzare il design dei chip, scoprendo soluzioni in poche ore che avrebbero richiesto settimane ai tecnici umani. 

Questo passo si inserisce in una corsa più ampia tra grandi aziende tecnologiche a costruire chip proprietari: Google, Microsoft, Meta e Amazon già esplorano strade analoghe per guadagnare controllo, ridurre costi e differenziarsi sul fronte prestazionale. L’accordo Broadcom-OpenAI si distingue però per la sua ambizione energetica e il doppio ruolo di Broadcom nel fornire sia chip sia infrastruttura di rete. 

Resta da vedere se, tra i tanti annunci di collaborazione, questa impresa darà i frutti sperati: il contesto competitivo è spietato e i vincoli tecnici non lasciano spazio all’errore. In ogni caso, l’operazione segna un nuovo capitolo nell’evoluzione delle infrastrutture per l’AI..