Il Senato USA blocca lo stop alle leggi statali sull’AI: sconfitta per le Big Tech | | | | Turtles AI

Il Senato USA blocca lo stop alle leggi statali sull’AI: sconfitta per le Big Tech
Con un voto quasi unanime, i senatori eliminano la moratoria decennale che avrebbe impedito agli stati di regolare l’AI. Vittoria bipartisan per la protezione locale contro i rischi dei deepfake e della disinformazione
Isabella V2 luglio 2025

 


Il Senato Usa ha approvato con 99 voti favorevoli e 1 contrario l’emendamento che elimina dal “Big Beautiful Bill” la moratoria decennale sulle normative statali sull’AI, riaffermando il ruolo delle legislazioni locali nella tutela dei cittadini.

Punti chiave:

  • Voto schiacciante (99‑1) per rimuovere la moratoria sull’AI dal disegno di legge.
  • Pressione bipartisan: governatori, procuratori generali e 250 legislatori statali hanno chiesto la cancellazione.
  • Ritiro del compromesso di 5 anni tra Cruz e Blackburn, definito troppo debole.
  • Dissenso di Thom Tillis: unico voto a favore della moratoria.

Il voto tenutosi nella notte tra il 30 giugno e il 1° luglio – parte della marathon “vote‑a‑rama” sui numerosi emendamenti al pacchetto legislativo noto come “One Big Beautiful Bill” – ha segnato un’importante svolta. Il provvedimento originario, proposto dalla Camera e strategicamente vincolato al finanziamento di 500 milioni di dollari per infrastrutture internet, impediva agli stati di approvare o far rispettare leggi sull’AI per dieci anni, ponendo una moratoria che avrebbe paralizzato normative su deepfake politici, protezione dell’immagine, tutela dei minori e molto altro.

Senatori come Marsha Blackburn (R‑TN), Susan Collins (R‑ME), Josh Hawley (R‑MO), Rand Paul (R‑KY) e organizzazioni quali Public Citizen e Institute for Law & AI avevano criticato la disposizione come eccessivamente ampia e lesiva della sovranità statale. Al tempo stesso, le grandi aziende tecnologiche (Google, OpenAI, Microsoft) avevano appoggiato la moratoria, sostenendo che un quadro normativo uniforme sarebbe stato più favorevole all’innovazione.

Domenica, un compromesso tra Ted Cruz e Blackburn aveva ridotto la moratoria a cinque anni e previsto esenzioni su child safety e personal publicity rights; tuttavia tali garanzie furono ritenute insufficienti, portando Blackburn a ritirare il proprio supporto e a promuovere insieme alle democratiche Maria Cantwell ed Ed Markey un emendamento che ha eliminato completamente la norma.

L’approvazione di tale emendamento – con solo il senatore Tillis contrario – riafferma la validità delle misure statali nella regolamentazione dell’AI, impegnando i legislatori a costruire in futuro un quadro federale che non precluda interventi locali né lasci buchi nella tutela dei cittadini. Manca tuttavia una legge nazionale unificata, dando spazio a un mosaico di norme differenti tra stati.

Attualmente il testo modificato sarà restituito alla Camera, necessitando di una nuova approvazione prima di arrivare sulla scrivania del presidente Trump, che intendeva farlo firmare entro il 4 luglio.

A margine, la National Conference of State Legislatures ha esultato per la decisione, definendola «un forte messaggio a favore del ruolo degli stati nel fronteggiare i rischi dell’AI».

Il Senato ha scelto di non ostacolare le leggi statali sull’AI, mantenendo aperto lo spazio all’intervento locale in attesa di eventuali regole federali.