Microsoft rallenta sui chip AI: Braga arriverà nel 2026 | | | | Turtles AI
Il chip AI “Braga” di Microsoft, previsto in produzione nel 2026, subisce un ritardo di sei mesi a causa di complessità nel design e turnover del team. Le previsioni ne indicano prestazioni inferiori rispetto al Blackwell di NVIDIA.
Punti chiave:
- Ritardo spostato al 2026
- Progetto Braga non supererà Blackwell
- Problemi tecnici e uscite del team
- Rischio per l’autonomia da NVIDIA
Microsoft aveva lanciato a novembre 2023 il chip Maia 100, prima incarnazione di una linea di silicio interna, con l’obiettivo di esordire in pieno già nel 2024; la roadmap prevedeva Braga nel 2025, seguito da Braga‑R e Clea entro il 2027, ma ora il debutto slitta al 2026. I motivi alla base del ritardo includono significative modifiche al design introdotte in corso d’opera, carenze di personale specializzato e un tasso di turnover superiore al previsto, con perdite fino al 20 % delle risorse chiave.
Le valutazioni preliminari indicano che le prestazioni di Braga saranno inferiori rispetto alla GPU Blackwell di NVIDIA, lanciata nel tardo 2024, la cui architettura offre significativi vantaggi in termini di memoria HBM3e, efficienza di calcolo con Tensor Core di quinta generazione e superiori capacità nei carichi AI generativi. Entro il 2026, NVIDIA dovrebbe già aver rilasciato la generazione Rubin, con ancora maggiori prestazioni, consolidando ulteriormente il divario.
Le società rivali nel cloud, come Amazon con Trainium3 e Google con i TPU di settima generazione, sono molto avanti: il chip Trainium3 è atteso entro fine 2025, mentre i TPU‑7 sono già operativi da aprile 2025, confermando che Microsoft resta in ritardo nel dispiegamento su larga scala. Questo porta a dipendere ancora dalla fornitura di soluzioni NVIDIA, con impatti sulle capacità di negoziazione per Azure e sui costi operativi, dato che i chip di NVIDIA garantiscono non solo prestazioni superiori ma anche efficienza e tempi di disponibilità consolidata.
Il quadro completo evidenzia come la corsa per chip AI proprietari implichi ostacoli strategici, tecnici e organizzativi: il progetto interno potrebbe subire ulteriori aggiustamenti nella roadmap e nel design con richieste last-minute da parte di OpenAI, già emerse nei rapporti sullo sviluppo di Maia, causando instabilità e revisioni continue. In assenza di alternative autonome, Microsoft potrebbe valutare soluzioni intermedie, acquistando ulteriormente tecnologia NVIDIA o ricorrendo a outsourcing esterni, ponendo interrogativi sulla sostenibilità economica della propria strategia hardware.
Il ritardo di Braga diventa così specchio dello sforzo necessario per competere nel dominio dell’AI: sviluppare un chip all’altezza di giganti affermati come NVIDIA si dimostra una sfida complessa, che richiede equilibrio tra innovazione, continuità organizzativa e tempistiche serrate.
Una riflessione finale: il futuro dell’infrastruttura AI di Microsoft resterà plasmato dall’evoluzione di progetti interni come Braga, ma anche dalla capacità di integrare soluzioni esterne in modo strategico e scalabile.