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OpenAI e la sfida del Media Manager: il progetto resta fermo
Lo strumento promesso per tutelare i diritti dei creatori fatica a vedere la luce, tra critiche e incertezze legali
Isabella V2 gennaio 2025

 

OpenAI, nonostante le promesse fatte a maggio, non ha ancora lanciato lo strumento "Media Manager" per consentire ai creatori di gestire l’uso delle loro opere nei dati di training dell’AI. Emergono critiche e incertezze sul futuro di questa iniziativa.

Punti Chiave:

  • Promessa non mantenuta: OpenAI aveva annunciato Media Manager per consentire ai creatori di gestire i loro contenuti nei set di dati di training, ma lo strumento non è ancora stato rilasciato.
  • Problemi di priorità: Fonti interne indicano che il progetto non è mai stato una priorità e che il suo sviluppo sembra essere stato trascurato.
  • Dubbi legali: Gli esperti sottolineano che il Media Manager potrebbe non risolvere le questioni legali e potrebbe rappresentare un semplice tentativo di PR.
  • Controversie sul copyright: OpenAI si trova ad affrontare numerose cause legali legate all’uso di contenuti protetti da copyright nei suoi modelli.

A maggio, OpenAI aveva annunciato un ambizioso strumento denominato "Media Manager", destinato a trasformare la gestione dei contenuti protetti da copyright nei suoi set di dati di training per i modelli di AI. Questo strumento avrebbe permesso ai creatori di specificare come i loro lavori potessero essere inclusi o esclusi, promettendo di stabilire un nuovo standard di trasparenza e rispetto dei diritti d’autore nel settore. Tuttavia, sette mesi dopo, lo strumento non è ancora stato lanciato, alimentando dubbi sulle priorità dell’azienda e sulle implicazioni legali del suo approccio. Secondo fonti vicine a OpenAI, Media Manager non è mai stato considerato una priorità e il suo sviluppo appare frammentato. L’abbandono del progetto da parte di un membro chiave del team legale, Fred von Lohmann, ha ulteriormente complicato la situazione. Nonostante OpenAI avesse fissato l’obiettivo di rendere operativo lo strumento "entro il 2025", molte interpretazioni suggeriscono che il termine fosse stato inteso come il 1° gennaio 2025, il che implica un mancato rispetto delle tempistiche autoimposte.

Nel frattempo, le critiche dei creatori non si sono fatte attendere. Gli artisti e i detentori dei diritti d’autore lamentano l’uso dei loro lavori senza consenso, sottolineando l’inadeguatezza delle opzioni di opt-out offerte attualmente da OpenAI. I metodi esistenti, come il blocco dei web crawler o la segnalazione manuale di opere, sono ritenuti onerosi e poco pratici. Inoltre, Media Manager, come descritto, avrebbe richiesto un notevole sforzo tecnico per identificare e gestire contenuti su larga scala, un compito che nemmeno giganti come YouTube o TikTok hanno affrontato con successo totale.

Dal punto di vista legale, Media Manager potrebbe non bastare a proteggere OpenAI dalle accuse di violazione del copyright. Gli esperti evidenziano che i detentori dei diritti non sono obbligati a notificare preventivamente la loro opposizione all’uso delle loro opere. Pertanto, l’eventuale mancato utilizzo del Media Manager non dovrebbe costituire una tacita approvazione all’uso. Inoltre, l’efficacia del sistema potrebbe essere compromessa dalle trasformazioni digitali dei contenuti, rendendo difficile identificare opere originariamente coperte da copyright.

OpenAI continua a rivendicare il fair use dei materiali protetti, sostenendo che i suoi modelli producono contenuti trasformativi piuttosto che copie dirette. Tuttavia, il panorama legale rimane incerto, con cause in corso intentate da scrittori, artisti e media. Gli esperti ritengono che Media Manager potrebbe essere stato concepito più come uno strumento di pubbliche relazioni che come una soluzione concreta ai problemi di copyright.

Nonostante ciò, OpenAI insiste sull’importanza di utilizzare contenuti protetti da copyright per addestrare modelli competitivi, sottolineando che limitarsi a opere di pubblico dominio prodotte più di un secolo fa non sarebbe sufficiente per soddisfare le esigenze attuali. Tuttavia, il ritardo nella realizzazione di Media Manager evidenzia la complessità tecnica e legale di bilanciare l’innovazione con il rispetto dei diritti dei creatori. L’iniziativa rappresenta una sfida cruciale in un settore in continua evoluzione.

In assenza di Media Manager, OpenAI ha implementato filtri per limitare l’uso inappropriato di contenuti protetti, ma la loro efficacia rimane discutibile. Se i tribunali dovessero dichiarare legittimo l’uso del materiale protetto da copyright nei dati di training, Media Manager potrebbe perdere rilevanza, lasciando aperte questioni fondamentali su etica, diritto e tecnologia.

La gestione del rapporto tra AI e diritti d’autore è destinata a rimanere una questione cruciale per il futuro dell’innovazione tecnologica e della creatività.