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Google lancia Veo su Vertex AI per la creazione di video
Il generatore video basato su AI sarà disponibile per i clienti di Google Cloud, offrendo nuove opportunità in ambito creativo e marketing
Isabella V

 

 Il generatore video Veo di Google, in grado di creare brevi videoclip da immagini e prompt, è ora disponibile in anteprima privata per i clienti di Google Cloud, attraverso la piattaforma Vertex AI. L’annuncio riguarda anche l’integrazione con partner come Quora e Mondelez International, con potenziali applicazioni creative e di marketing. Nonostante alcuni limiti nell’AI, Veo potrebbe rivoluzionare la creazione di contenuti video.  


Punti chiave:  

  •  Veo è un modello AI che genera videoclip brevi, compatibile con Vertex AI di Google Cloud.  
  •  La disponibilità in anteprima consente a clienti come Quora e Mondelez di integrarlo nelle loro piattaforme.  
  •  Nonostante alcune imperfezioni, il modello offre un ampio potenziale per la creazione di contenuti visivi personalizzati.  
  •  Google utilizza sistemi di protezione come il watermarking per affrontare i rischi legati ai deepfake.

 

Il generatore video Veo di Google, che utilizza l’AI per creare videoclip brevi a partire da immagini e prompt, è stato recentemente annunciato come disponibile in anteprima privata per i clienti di Google Cloud. Questo strumento avanzato sarà accessibile tramite la piattaforma Vertex AI, offrendo alle aziende la possibilità di sperimentare e integrare la tecnologia nella propria offerta. Tra i clienti già coinvolti, Quora utilizzerà Veo per arricchire la sua piattaforma di chatbot Poe, mentre Mondelez International, il gigante proprietario di Oreo, applicherà il generatore video per creare contenuti di marketing con i suoi partner di agenzia. In questo modo, Google punta a espandere le capacità creative e le potenzialità delle applicazioni di intelligenza artificiale generativa. 

Veo, lanciato ufficialmente ad aprile, è progettato per produrre videoclip in alta definizione, con una durata massima di sei secondi e una risoluzione 1080p, raggiungendo una fluidità di 24 o 30 fotogrammi al secondo. Il modello è in grado di riprodurre stili visivi e cinematografici vari, come riprese di paesaggi, time-lapse e scene d’azione, offrendo anche la possibilità di modificare clip già generate, come nel caso di aggiustamenti ai dettagli visivi o alle dinamiche dei fluidi. Queste capacità posizionano Veo in diretta competizione con altri modelli di generazione video, come Sora di OpenAI e quelli di altre aziende come Adobe, Runway e Meta. Sebbene non perfetto, Veo offre un ampio ventaglio di possibilità, ma non è esente da problemi: alcuni video generati presentano incoerenze, come oggetti che spariscono e riappaiono senza spiegazioni credibili o errori nelle leggi fisiche, come auto che retrocedono improvvisamente senza motivo plausibile.

Il lancio del modello per i clienti di Google Cloud è stato accompagnato da spiegazioni sulla "prontezza aziendale" e sul continuo miglioramento delle capacità di Veo per soddisfare le esigenze delle aziende. La piattaforma Vertex AI di Google è stata sviluppata per consentire alle imprese di sfruttare appieno le potenzialità di modelli AI avanzati come Veo, e questo nuovo aggiornamento testimonia un impegno costante nell’espandere l’offerta di Google nel settore della generazione di contenuti visivi. Sebbene il modello sia già abbastanza potente da supportare la creazione di video ad alta definizione, Google prevede ulteriori perfezionamenti, con la promessa di miglioramenti continui, come è accaduto per altri modelli come Gemini. Tra le caratteristiche più avanzate di Veo, c’è la possibilità di effettuare modifiche specifiche su porzioni di video tramite l’editing mascherato, nonché la possibilità di concatenare video per progetti più complessi. Tuttavia, la gestione dei diritti sui dati di addestramento resta un tema delicato: Google ha dichiarato che Veo potrebbe essere stato addestrato su contenuti di YouTube, ma in conformità con i termini d’uso della piattaforma.

Un aspetto centrale riguarda le implicazioni legali e la protezione dei diritti d’autore. Veo è stato addestrato su un ampio set di dati, ma Google non ha fornito dettagli specifici riguardo alla provenienza dei contenuti utilizzati. Pur avendo introdotto filtri per evitare contenuti violenti o espliciti, il rischio di violazione del copyright rimane un tema caldo. A tal proposito, Google ha rassicurato gli utenti di Veo, promettendo una protezione legale per coloro che utilizzeranno il generatore video all’interno di Vertex AI, grazie a una politica di risarcimento in caso di controversie legate ai diritti d’autore.

Con il crescente interesse per la creazione automatica di contenuti video, Google sta intensificando la diffusione di Veo attraverso varie piattaforme e servizi. Dopo averlo portato su Google Labs per test selezionati a maggio e aver annunciato l’integrazione con YouTube Shorts a settembre, l’azienda sembra voler fare di Veo uno strumento potente e versatile per i creatori di contenuti. In questo contesto, la possibilità di sfruttare la tecnologia di watermarking SynthID per etichettare i contenuti generati diventa fondamentale, per affrontare i rischi legati ai deepfake e proteggere l’integrità dei video creati. Tuttavia, come dimostrato dalla concorrenza di altre aziende AI, come Runway, che ha già siglato contratti con studi cinematografici, e OpenAI, che ha collaborato con marchi e registi, la corsa all’innovazione nel campo dell’AI generativa è particolarmente intensa. Nonostante questo, Google non sembra intenzionata a accelerare eccessivamente, preferendo una crescita graduale, come sottolineato dal direttore di prodotto Warren Barkley, il quale ha spiegato che l’azienda preferisce ottenere feedback da un gruppo selezionato di clienti prima di rendere disponibile la piattaforma a un pubblico più ampio.

La potenzialità di Veo nel trasformare la creazione di contenuti video si scontra con le preoccupazioni riguardo l’impatto sull’industria creativa. L’AI generativa, infatti, potrebbe sconvolgere i settori della cinematografia, della televisione e dell’animazione, creando un conflitto tra innovazione tecnologica e preservazione dei posti di lavoro tradizionali nel settore artistico.