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Microsoft respinge le accuse sull’uso dei dati per l’AI
L’azienda chiarisce che i dati degli utenti di Microsoft 365 non vengono utilizzati per addestrare modelli linguistici, respingendo le preoccupazioni sollevate sui social media
Isabella V

 

 

 Microsoft ha respinto le accuse di utilizzare i dati degli utenti delle sue applicazioni, come Word ed Excel, per addestrare modelli di AI. In risposta alle preoccupazioni sollevate sui social media, l’azienda ha chiarito che le funzionalità di Microsoft 365 non sono coinvolte nell’addestramento dei suoi modelli linguistici.

Punti chiave:

  •  Microsoft ha smentito le affermazioni sull’uso dei dati di Microsoft 365 per l’AI.
  •  La funzione "esperienze connesse" non è correlata all’addestramento dell’AI.
  •  La compagnia sottolinea che i dati aziendali e consumer non sono usati per addestrare modelli linguistici.
  •  Le polemiche sociali si concentrano sulla privacy e sulla sicurezza dei dati degli utenti.

 

Microsoft ha recentemente affrontato un’ondata di polemiche sui social media in merito all’uso dei dati degli utenti per l’addestramento dei suoi modelli di AI. L’accusa, che ha suscitato preoccupazioni in diversi ambiti, riguarda l’uso dei dati derivanti dalle applicazioni di Microsoft 365, come Word, Excel e altre. In particolare, alcuni utenti hanno segnalato che l’azienda avrebbe chiesto loro di disattivare la funzione "esperienze connesse", un’impostazione che, secondo queste voci, sarebbe stata utilizzata per addestrare i modelli AI, alimentando così il timore che i dati personali venissero sfruttati senza il loro consenso. Tuttavia, Microsoft ha prontamente risposto a queste accuse, negando categoricamente che i dati raccolti attraverso le sue applicazioni vengano utilizzati per addestrare modelli linguistici di AI. Secondo un portavoce dell’azienda, le affermazioni in circolazione sono infondate, e Microsoft non raccoglie né sfrutta i dati degli utenti delle applicazioni commerciali e consumer di Microsoft 365 per alimentare i suoi algoritmi AI. Il portavoce ha inoltre specificato che la funzione "esperienze connesse", che ha suscitato maggiore preoccupazione, è legata a funzionalità come la condivisione di documenti e l’archiviazione su cloud, senza alcuna connessione con il processo di addestramento dei modelli di linguaggio. Nonostante le rassicurazioni di Microsoft, le polemiche sui social continuano, e molte persone sembrano nutrire ancora dubbi sulla sicurezza e sull’utilizzo dei propri dati personali. La crescente attenzione sulla privacy dei dati e le implicazioni dell’uso dell’AI sono temi che stanno suscitando un dibattito sempre più acceso, con gli utenti sempre più preoccupati che i propri dati possano essere utilizzati senza una consapevole autorizzazione. Mentre Microsoft si impegna a chiarire la questione e a rassicurare i suoi clienti, il timore di una gestione inadeguata dei dati rimane un argomento di discussione centrale.

In una realtà in cui la protezione dei dati è diventata una priorità globale, le aziende tecnologiche si trovano spesso al centro di polemiche che riguardano la trasparenza e l’etica nell’uso delle informazioni personali.

Questo episodio dimostra come la fiducia tra gli utenti e i giganti della tecnologia possa essere messa alla prova in un clima di crescente preoccupazione per la privacy.