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Il Regno Unito fuori dalla Top 50 dei supercomputer mondiali
Archer2 scivola al 62° posto e il piano per un nuovo sistema exascale viene accantonato, sollevando preoccupazioni per la competitività tecnologica del paese
Isabella V

 

 Il Regno Unito perde un posto nelle prime 50 posizioni della classifica Top500 dei supercomputer. Con il declino del sistema Archer2, il paese rischia di perdere competitività nel settore del supercomputing, fondamentale per la scienza e l’innovazione. Il mancato investimento in un supercomputer exascale solleva preoccupazioni.  

Punti chiave:

  •  Il Regno Unito non ha più supercomputer nella Top 50 mondiale.
  •  Archer2, il principale supercomputer del paese, scivola al 62° posto nella classifica globale.
  •  Il governo laburista ha interrotto il piano di investire 800 milioni di sterline in un nuovo sistema exascale.
  •  Esperti avvertono che la mancanza di investimenti in supercomputing comprometterà il progresso scientifico.

Il Regno Unito non riesce più a posizionarsi tra i primi 50 paesi al mondo per quanto riguarda i supercomputer, un segnale preoccupante per la sua competitività tecnologica e scientifica. Secondo i più recenti dati del progetto Top500, che annualmente classifica i 500 sistemi di calcolo non distribuiti più potenti del pianeta, il paese ha visto un drastico calo nella sua posizione, con il supercomputer nazionale Archer2 che ora si trova al 62° posto, ben lontano dalla posizione di prestigio che aveva occupato solo pochi anni fa. Archer2, infatti, aveva registrato il 38° posto nella classifica mondiale a novembre 2023 e il 49° a giugno di quest’anno, ma ora la sua posizione continua a scivolare. Questo trend negativo potrebbe essere il preludio alla fine della sua vita operativa, che si prevede si concluderà nel 2026. Il Regno Unito si trova ora in una posizione di fragilità in un settore che è fondamentale per lo sviluppo scientifico, tecnologico ed economico globale. Nel contesto di un progressivo rallentamento nel settore del supercomputing, la situazione diventa ancora più grave a seguito della decisione del nuovo governo laburista di bloccare i piani del precedente esecutivo, che prevedevano l’investimento di 800 milioni di sterline, circa un miliardo di dollari, nella costruzione di un supercomputer exascale presso l’Università di Edimburgo. Questo investimento sarebbe stato un passo fondamentale per consentire al Regno Unito di rimanere competitivo nel campo dei calcolatori ad alte prestazioni, fondamentali per avanzare nelle ricerche scientifiche, dalla fisica alla biomedicina, fino all’AI. Mark Parsons, esperto del settore e professore presso il centro di supercomputing EPCC dell’Università di Edimburgo, ha sottolineato in una recente intervista al "Financial Times" che la mancanza di un adeguato supporto finanziario per i supercomputer sarebbe un "disastro" per il futuro del Regno Unito. Secondo Parsons, l’assenza di investimenti in questa tecnologia, che permette di risolvere problemi complessi e di accelerare l’innovazione, potrebbe bloccare i progressi scientifici e tecnologici che il paese è riuscito a raggiungere negli ultimi decenni. La scarsa attenzione del governo britannico verso questo settore potrebbe avere effetti a lungo termine sulla capacità del paese di attrarre talenti e di mantenere una posizione di leadership nelle aree ad alta intensità di calcolo. Con la crescente importanza delle tecnologie avanzate, non solo a livello accademico, ma anche nel settore industriale e della difesa, la necessità di mantenere e sviluppare una capacità di calcolo all’avanguardia diventa sempre più impellente. Il Regno Unito, che ha sempre avuto un ruolo di primo piano nel campo della ricerca scientifica e tecnologica, rischia di perdere terreno rispetto a paesi come Stati Uniti, Cina e altri membri dell’Unione Europea, che continuano a investire in progetti di supercomputing di nuova generazione. 

In un mondo dove il calcolo ad alte prestazioni è sempre più determinante per risolvere le sfide globali, la discontinuità negli investimenti nel supercomputing potrebbe compromettere il futuro tecnologico e scientifico del Regno Unito.