Meta porta l’assistente AI nei Ray-Ban Meta in Europa | Meta AI image generator | Meta AI WhatsApp Italia | Facebook accedi | Turtles AI
Meta ha iniziato a distribuire in Europa alcune funzionalità di AI attraverso i suoi occhiali Ray-Ban Meta, a partire da Francia, Italia e Spagna. L’assistente vocale Meta AI risponde a domande generali in diverse lingue, ma alcune funzionalità avanzate sono ancora assenti. L’azienda sta affrontando sfide normative, tra cui quelle legate al GDPR e all’AI Act.
Punti chiave:
- Meta ha lanciato l’assistente vocale Meta AI in Francia, Italia e Spagna.
- L’assistente supporta risposte a domande generali in lingua francese, italiana, spagnola e inglese.
- Alcune funzionalità avanzate degli occhiali, come la modalità multimodale, non sono ancora disponibili in Europa.
- Meta sta affrontando problematiche normative legate al GDPR e all’AI Act in Europa.
Meta ha avviato il rilascio delle funzionalità basate sull’AI sui suoi occhiali Ray-Ban Meta in Europa, con un debutto iniziale in Francia, Italia e Spagna. Gli utenti di questi paesi, a partire da oggi, possono interagire con l’assistente vocale Meta AI, che risponde a domande generali come “Quali sono alcune buone idee regalo per i miei figli di 6 e 8 anni?”. Questa versione dell’assistente AI supporta lingue come francese, italiano, spagnolo e inglese, un passo importante verso l’integrazione della tecnologia nelle quotidianità degli utenti europei. Nonostante ciò, alcuni degli aggiornamenti più avanzati, come la funzionalità multimodale che permette agli occhiali di rispondere a domande su ciò che è inquadrato dalla loro telecamera (ad esempio, chiedendo informazioni su un punto di riferimento), non sono ancora disponibili in Europa. Meta ha dichiarato che questa funzionalità verrà introdotta in futuro in altri paesi dell’Unione Europea, ma non ha fornito tempistiche precise.
La società ha lavorato intensamente per garantire che i Ray-Ban Meta rispondessero alle normative europee, in particolare a quelle legate alla protezione dei dati e alla regolamentazione dell’uso dell’AI. A tal proposito, Meta ha evidenziato la complessità di conformarsi all’AI Act, la legislazione europea che stabilisce le regole per l’uso dell’AI, sottolineando come l’interpretazione della legge sia ancora troppo incerta e variabile. Anche il rispetto delle disposizioni del GDPR (Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati) è un tema caldo per Meta, soprattutto per quanto riguarda l’utilizzo dei dati degli utenti per addestrare i modelli di AI. In particolare, la società sfrutta i dati pubblici degli utenti di Facebook e Instagram che non hanno scelto di escluderli dalla raccolta, dati che in Europa sono protetti dalle normative di privacy europee.
Questa situazione ha portato a una serie di confronti con i regolatori europei. All’inizio dell’anno, le autorità dell’UE hanno chiesto a Meta di sospendere la formazione dei suoi modelli di AI sui dati degli utenti europei, mentre veniva valutata la conformità dell’azienda alle leggi sulla privacy. Meta ha successivamente accettato la sospensione, pur approvando una lettera aperta che chiedeva un’interpretazione "moderna" del GDPR, in grado di conciliare la protezione della privacy con le innovazioni tecnologiche.
Nel corso dell’autunno, Meta ha ripreso la formazione sui dati degli utenti nel Regno Unito, dopo aver introdotto modifiche al processo di opt-out, e ha esteso alcune funzionalità AI ai suoi occhiali Ray-Ban Meta anche in sei altri paesi, tra cui il Regno Unito. Nonostante questi progressi, l’azienda non ha ancora condiviso un aggiornamento completo sulla situazione relativa alla formazione dei modelli nel resto dell’Unione Europea. Questo scenario dimostra come le aziende tecnologiche siano costrette a navigare in un contesto normativo complesso e in continua evoluzione, in particolare per quanto riguarda l’uso delle tecnologie emergenti come l’AI, dove la velocità dell’innovazione può entrare in contrasto con la necessità di garantire la privacy e la sicurezza degli utenti.
Meta ha sottolineato l’importanza di un approccio regolatorio che possa bilanciare il progresso tecnologico con le legittime preoccupazioni legate alla privacy e alla sicurezza, ma la strada per un’armonizzazione delle normative sembra ancora lunga e piena di sfide.