La Cina sviluppa un modello di AI generativa distribuito su più data center | | | | Turtles AI

La Cina sviluppa un modello di AI generativa distribuito su più data center
Un’innovativa soluzione per superare le restrizioni sui chip e rafforzare la ricerca sull’AI
Isabella V

 

 La Cina ha raggiunto un significativo progresso nello sviluppo di AI generativa, riuscendo a creare un singolo modello distribuito su più data center. Questo risultato rappresenta una tappa rilevante per il Paese, considerata la sfida tecnologica e l’attuale contesto di restrizioni imposte dagli Stati Uniti.

Punti chiave:

  •  Cina prima a sviluppare un modello di AI generativa distribuito su più data center.
  •  L’uso di GPU diverse in diverse sedi consente di superare la carenza di chip.
  •  Le sanzioni statunitensi spingono i ricercatori cinesi a soluzioni innovative.
  •  Nvidia e Huawei giocano un ruolo centrale con chip specifici per il mercato cinese.

La Cina ha recentemente compiuto un significativo passo avanti nel campo dell’AI generativa (GAI), sviluppando un modello unico di AI che sfrutta l’infrastruttura di più data center distribuiti geograficamente. Si tratta di un traguardo rilevante, considerando la complessità intrinseca nell’utilizzo di GPU diverse non solo all’interno dello stesso data center, ma addirittura tra più strutture in differenti località. Questo progresso è stato riportato da Patrick Moorhead, analista presso Moor Insights & Strategy, che ha condiviso la notizia su X (ex Twitter) dopo una conversazione riservata.

Il successo cinese in questo ambito dimostra la capacità di aggirare gli ostacoli tecnologici imposti dalle restrizioni commerciali degli Stati Uniti, che hanno limitato l’accesso del Paese ai chip più avanzati. Da tempo, le sanzioni americane impediscono alle aziende cinesi di acquisire i processori più recenti, fondamentali per sostenere la crescita delle loro infrastrutture di intelligenza artificiale. In risposta a queste difficoltà, la Cina ha intensificato i suoi sforzi, come dimostrato dalla capacità di addestrare modelli GAI su reti di data center diversificate.

In questo contesto, Nvidia ha creato un chip AI meno potente, l’H20, progettato per rientrare nei limiti imposti dalle normative statunitensi. Tuttavia, vi sono voci di un possibile ulteriore inasprimento delle restrizioni, che potrebbe colpire anche questi chip ridimensionati, rendendo la situazione ancora più incerta per l’industria tecnologica cinese.

Per fronteggiare questa incertezza e la crescente carenza di componenti ad alte prestazioni, i ricercatori cinesi stanno sperimentando l’uso di cluster di formazione che combinano GPU di diverse marche. Questo approccio permette di utilizzare chip di fascia alta disponibili, come l’Nvidia A100, insieme a GPU più comuni come l’Ascend 910B di Huawei o l’H20 di Nvidia. Sebbene storicamente questa tecnica abbia causato una significativa perdita di efficienza, rappresenta comunque una soluzione interessante per massimizzare l’utilizzo delle risorse tecnologiche limitate a disposizione del Paese.

La Cina, con il supporto di aziende come Huawei, continua quindi a spingersi verso nuove frontiere nell’ambito dell’AI, nonostante le sfide poste dalle tensioni geopolitiche e dalle restrizioni sui semiconduttori.