L’arte nell’era dell’AI: il dibattito sulla creatività algoritmica secondo Ted Chiang | Festina Lente - Notizie, recensioni e approfondimenti sull’intelligenza artificiale | Turtles AI

L’arte nell’era dell’AI: il dibattito sulla creatività algoritmica secondo Ted Chiang
Lo scrittore di fantascienza Ted Chiang esplora i limiti dell’AI generativa, sostenendo che la vera arte richiede scelte umane e un profondo legame emotivo che la tecnologia non potrà mai replicare
Isabella V

 

 L’AI generativa, nonostante i progressi tecnologici, è vista da Ted Chiang come una minaccia alla qualità e all’autenticità dell’arte. Chiang, autore di fantascienza rinomato, sostiene che l’arte richiede scelte umane significative, qualcosa che l’AI, secondo lui, non potrà mai replicare.

Punti chiave:

  •  La tecnologia dell’AI generativa è limitata nel creare vera arte, secondo Ted Chiang.
  •  Gli output dei modelli linguistici artificiali abbassano le aspettative sulla creatività umana.
  •  L’arte è il risultato di decisioni consapevoli e comunicazione tra l’artista e il pubblico.
  •  Chiang critica la disumanizzazione insita nell’utilizzo di algoritmi per creare contenuti artistici.

L’AI generativa, nonostante i suoi rapidi sviluppi e l’apparente capacità di produrre testi, immagini e musica, non sarà mai in grado di generare vera arte, secondo lo scrittore Ted Chiang. Autore di opere di fantascienza acclamate come "Story of Your Life", da cui è tratto il film "Arrival", Chiang ha esplorato i limiti dell’AI e non solo nei suoi racconti, ma anche attraverso saggi riflessivi pubblicati su riviste autorevoli come The New Yorker.

In uno dei suoi più recenti interventi, Chiang solleva dubbi sull’effettivo potenziale creativo dei grandi modelli linguistici (LLM). Sebbene la tecnologia abbia fatto passi da gigante, Chiang rimane scettico, sostenendo che le applicazioni dell’AI nel campo dell’arte e della scrittura siano, per lo più, teoriche e che il successo attuale sia in gran parte dovuto all’abbassamento delle aspettative sia riguardo alla qualità delle opere create che al processo creativo umano stesso.

Chiang analizza come, finora, questi modelli abbiano portato a una standardizzazione della creatività, impoverendo l’esperienza artistica e la profondità del contenuto. L’AI, secondo lo scrittore, disumanizza il processo creativo, riducendo l’individuo a un semplice fornitore di dati, privandolo del ruolo di creatore e interprete di significato. A suo parere, l’arte autentica è il frutto di un processo complesso, fatto di scelte consapevoli e di un dialogo continuo tra l’artista e il suo pubblico. Questo processo è profondamente radicato nell’esperienza umana e nelle interazioni sociali, elementi che un algoritmo, per quanto avanzato, non potrà mai replicare.

Chiang riconosce che la definizione di arte sia notoriamente complessa e sfuggente, ma ritiene che alla base di ogni opera artistica ci sia un atto di comunicazione, un tentativo di trasmettere significati e emozioni che nascono da un’esperienza vissuta. La tecnologia, per quanto possa imitare determinati aspetti di questo processo, manca della capacità di percepire e interpretare il mondo attraverso una lente umana.

 Ted Chiang invita a riflettere sul ruolo della tecnologia nella società e sulla necessità di preservare l’autenticità dell’esperienza artistica.