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Cina: Test del Sistema di Identificazione Digitale con Riconoscimento Facciale
Il nuovo sistema di identificazione nazionale cinese punta a centralizzare i dati degli utenti, ma solleva preoccupazioni sulla privacy.
Giosky

Punti chiave:

  • Test del sistema di identificazione nazionale: La Cina sta testando un sistema che utilizza riconoscimento facciale e nomi reali.
  • App coinvolte: Tra le app partecipanti ci sono WeChat, Taobao, Xiaohongshu e altri servizi popolari.
  • Obiettivi del sistema: Centralizzare la gestione dei dati e migliorare la sicurezza online, eliminando la necessità di fornire informazioni agli ISP.
  • Preoccupazioni sulla privacy: Il sistema ha suscitato critiche riguardo alla possibile sorveglianza e riduzione della privacy.

 

La Cina sta testando un sistema di identificazione nazionale nel cyberspazio, che utilizza il riconoscimento facciale e i nomi reali degli utenti. Questo sistema, che coinvolge app popolari come WeChat e Taobao, mira a sostituire la necessità di fornire dati personali agli ISP. Tuttavia, ha suscitato preoccupazioni sulla privacy.

 

La Cina sta sperimentando un nuovo sistema di identificazione digitale nazionale che promette di cambiare il modo in cui i cittadini si autenticano online. Il sistema, noto come "National Network Identity Authentication Pilot Edition," è stato progettato per integrare identificazioni fisiche e virtuali, collegando ogni cittadino a un’identità unica e crittografata. Il programma coinvolge diverse app, sia private che governative, tra cui WeChat, Taobao, Xiaohongshu, QQ e China Railway 12306, coprendo una vasta gamma di servizi che vanno dai social media al commercio elettronico e alla vendita di biglietti.

 

Il sistema mira a semplificare la vita degli utenti, eliminando la necessità di fornire informazioni personali a terze parti come i fornitori di servizi internet (ISP). In questo modo, le responsabilità di gestione e conservazione dei dati sensibili verrebbero centralizzate nelle mani del governo di Pechino, riducendo i rischi associati alla dispersione dei dati tra vari fornitori di servizi. Il governo cinese ha sottolineato che questo sistema è progettato per migliorare la sicurezza e l’affidabilità delle transazioni online, proteggendo al contempo la privacy dei cittadini.

 

Tecnologicamente, il sistema funziona attraverso un numero virtuale emesso da un’applicazione, che l’utente ottiene dopo aver completato un processo di verifica dell’identità, inclusa la scansione del volto e l’associazione del numero di telefono. Gli utenti devono poi impostare una password di otto cifre per completare la registrazione. Questo approccio non solo standardizza il processo di identificazione, ma mira anche a garantire una maggiore sicurezza contro accessi non autorizzati.

 

Nonostante questi potenziali vantaggi, il sistema ha incontrato critiche significative, in particolare riguardo alla privacy e alla sorveglianza. Lao Dongyan, professore di diritto presso l’Università Tsinghua, ha paragonato l’iniziativa a "installare monitor per osservare il comportamento online di tutti," sollevando preoccupazioni su un possibile aumento della sorveglianza governativa. Inoltre, un cittadino ha già avviato una causa legale presso il Tribunale del Distretto di Dongcheng a Pechino, sostenendo che il sistema, essendo ancora nella fase di raccolta di commenti, non dovrebbe essere soggetto a un test pilota.

 

Il sistema è stato proposto il 26 luglio e rimarrà aperto ai commenti fino al 25 agosto, sollevando interrogativi sulla rapidità con cui è stato lanciato il programma pilota. La partecipazione a questa fase di prova è teoricamente volontaria, ma le implicazioni per chi sceglie di non aderire restano incerte.

 

Questo esperimento potrebbe rappresentare un passo significativo nel controllo dell’identità digitale da parte del governo cinese, in un contesto di crescente attenzione globale alla privacy dei dati e alla sicurezza informatica. L’uso di AI per il riconoscimento facciale e la gestione centralizzata dei dati solleva questioni etiche e legali, soprattutto considerando il potenziale impatto sui diritti dei cittadini e sulla libertà individuale.